Sanità. Sindacati oristanesi: “Serve una mobilitazione generale”

Cgil, Cisl e Uil di Oristano “ritengono che non sia più rinviabile una mobilitazione territoriale per cercare di risolvere il problema della sanità nella provincia di Oristano”.
Lo hanno dichiarato davanti alla Commissione sanità del Comune di Oristano e in audizione hanno esposto le principali criticità del sistema sanitario provinciale.
In particolare:

  1. La carenza di personale (infermieri, Oss e medici) con diversi reparti in gravissima emergenza ed oggettiva difficoltà ad organizzare e garantire in maniera adeguata turni lavorativi e l‘erogazione delle prestazioni sanitare. A questo si aggiunge anche una gravissima carenza di dispositivi medici (guanti camici etc) che non consentono di effettuare le prestazioni in totale sicurezza;
  2. La riorganizzazione della rete ospedaliera e di assistenza che deve essere potenziata sia qualitativamente che in termini di efficienza;
  3. La necessità di modificare il modello di sviluppo del passato che attraverso politiche di accentramento ha penalizzato in maniera pesante il territorio oristanese. A tal fine riteniamo dare maggio vigore ad un modello istituzionale che valorizzi sempre più il principio di sussidiarietà, attraverso il trasferimento di funzioni e risorse ai territori;
  4. L’esaurimento del budget dei laboratori privati che, a causa della chiusura del laboratorio del PO del San Martino, hanno subito l’assalto da parte dei pazienti, comportando l’esaurimento anticipato delle risorse messe a disposizione dalla Regione. Se non saranno stanziate risorse straordinarie, si rischia che tutti gli esami diagnostici vengano messi a pagamento, a danno di anziani e persone a basso reddito;
  5. Liste d’ attesa infinite che non si riesce a smaltire.
Efisio Sanna, presidente commissione sanità
Comune di Oristano

CGIL CISL e UIL hanno evidenziato come sia assolutamente necessario valorizzare la medicina territoriale, consentendo di controllare i pazienti a domicilio, permettendo una cura più puntuale per il paziente, ma anche una maggior sicurezza per l’operatore sanitario.
Le 3 sigle hanno sottolineato come “sia imprescindibile il potenziamento dei tre presidi ospedalieri di Oristano, Ghilarza e Bosa, ma anche tra questi ed altre strutture, sia pubbliche che private, al fine di sviluppare all’interno del territorio, una sorta di Comunity care, ossia una rete di assistenza capace di coinvolgere una pluralità di soggetti (istituzionali e no) in grado di operare all’interno della comunità locale agendo sull’asse ospedale territorio-domicilio”.

Per tutta questa serie di motivi, i sindacati rilanciano la mobilitazione dell’intero territorio: “Enti locali, associazioni di volontariato, associazioni sindacali devono procedere uniti verso un obiettivo comune che è quello di garantire il benessere del cittadino e ricordare che la salute un diritto sancito dalla Costituzione.
A tal fine ci stiamo attivando fin d’ora per mettere in atto una serie di incontri con Sindaci e associazioni, di comune accordo con la commissione sanità, e calendarizzare al più presto l’iniziativa”.


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