Oristano. La triste storia di un fenicottero ucciso da una lenza abbandonata

I fenicotteri sono il simbolo delle zone umide di Oristano, piacciono a tutti, li troviamo su magliette, cartoline, perfino nelle insegne di bar e pizzerie. Ma spesso muoiono banalmente per un invisibile filo di nylon usato per la pesca. “Negli ultimi anni abbiamo recuperato varie volte fenicotteri intrappolati da lenze abbandonate. Purtroppo, non sempre con successo. E cosƬ ĆØ accaduto anche stavolta” – racconta il presidente della Lipu, Gabriele Pinna.
Tutto inizia il 6 febbraio. Alla Lipu viene segnalata a MarceddƬ una femmina di fenicottero con una lenza aggrovigliata dalle zampe fino ad arrivare al collo, impedendole probabilmente di alimentarsi. “Una nostra volontaria lo ha seguito e monitorato per giorni, comunicando giornalmente ogni variazione. Una mattina le condizioni sembravano essere nettamente peggiorate, il collo appare ingrossato: decidiamo di intervenire, come abbiamo fatto tante altre volte. Si pensa di entrare nelle acque basse della laguna e di arrivare nuotando a pelo dā€™acqua col supporto
della barca del giovane pescatore Fabio. Ci organizziamo per la sera del nove. Eā€™ una serata piuttosto fredda. Marco e Gabriele jr. si preparano per entrare in acqua mentre Andreina, Franco e Gabriele sr. garantiscono il supporto sulla riva. Il recupero presenta da subito notevoli difficoltĆ . Marco e Gabriele restano immersi in acqua per oltre mezzā€™ora schermati dalla barca. Il fenicottero si invola cento metri piĆ¹ avanti. Si tenta ancora piĆ¹ volte ma ormai sono le 19:00 e la fatica e il freddo si fanno sentire.
Valutiamo altri tentativi di recupero, poi comunichiamo telefonicamente col veterinario Paolo Briguglio, che ci consiglia di aspettare un momento di maggiore debolezza del fenicottero, che ne renda possibile il salvataggio. Ci guardiamo negli occhi, ci sentiamo stanchi e impotenti. La frustrazione di lasciare il fenicottero intrappolato da quel groviglio di nylon ĆØ molto grande, ma per ora aspettiamo. Emerenziana, la nostra volontaria, continua a monitorarlo nei giorni successivi, tenendoci sempre aggiornati”.

Il dettaglio della lenza tra le zampe del fenicottero

Il racconto di Gabriele diventa drammatico.
“La mattina del giorno 16, ormai una decina di giorni dopo i primi avvistamenti, lo troviamo immobile nel fango e lo recupera portandolo immediatamente alla clinica veterinaria, dove il fenicottero muore il giorno dopo.
Nonostante anni e anni di esperienze di recuperi, non sempre andati a buon fine, questa vicenda ci ha profondamente segnati: non ci abitueremo mai alle terribili conseguenze di comportamenti
umani sconsiderati”.

Lā€™abbandono (a volte inconsapevole) di reti e lenze, talvolta con ami, provocano spesso la morte di uccelli e altri animali selvatici, come piccoli mammiferi o tartarughe marine. “La realtĆ  ĆØ che l’essere umano continua ad avere un impatto dannoso su ecosistemi preziosi – denuncia la Lipu -, uccidendo con la sua sola presenza decine centinaia migliaia di altri esseri viventi. La salvaguardia di questi ambienti significa evitare la morte inutile non solo dei fenicotteri, ma di molti altri animali. Noi, come Lipu Oristano, abbiamo provveduto a segnalare il fenomeno dellā€™abbandono di lenze e altri strumenti simili alla Capitaneria di Porto, al Corpo Forestale e ai sindaci.

Continuiamo a denunciare questo tipo di avvenimenti in tutti i modi possibili, ma le cose non sembrano cambiare. Ringraziamo tutti i nostri volontari Lipu che per giorni sono stati impegnati nel monitoraggio e nel recupero del fenicottero, immergendosi al buio nelle fredde acque della laguna, sottraendo tempo al lavoro e alla famiglia per pura passione. E si ringraziano anche i veterinari per aver provato a curare l’animale, ormai troppo compromesso”.

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