Residenza di Via De Gasperi. Il consiglio comunale boccia il piano attuativo: il terzo piano non si farà

La palazzina tra Via De Gasperi e Via Leone XIII non può andare oltre gli attuali 8 metri e 90 di altezza. Le ditte avranno inoltre l’obbligo di adibire a parcheggi le aree non edificabili. Il consiglio comunale di Oristano ha bocciato all’unanimità la proposta di piano attuativo che arrivava dalle imprese costruttrici, già stoppate, due anni e mezzo fa, dal Tar Sardegna. “Edilizia Mazzini” e il “Gruppo Rinascimento Urbano Ambientale” avevano usufruito di una concessione diretta rilasciata dall’ufficio tecnico, per l’edificazione dei due piani già esistenti. Sfruttando invece il piano attuativo, volevano aumentare le cubature, innalzando di un ulteriore piano e chiedendo al comune di monetizzare le aree residue. Un gruppo di cittadini ha però presentato ricorso al Tar, che, in attesa del pronunciamento del consiglio, aveva subito fermato le betoniere.

In seguito a quello stop, al Comune sono perfino arrivate diffide da entrambe le parti, ovviamente con interessi contrapposti. Oggi la delibera è arrivata in aula, presentata dall’assessore all’urbanistica Gianfranco Licheri. Nella proposta, anche la richiesta di monetizzazione delle aree non edificate e suddivise in due lotti: una per 33 mila euro e l’altra per 29. A chiarire subito le intenzioni del consiglio, il presidente della commissione urbanistica Fulvio Deriu: “Noi siamo qui per rappresentare l’interesse pubblico. In base a questo, la richiesta di monetizzazione, per circa 62 mila euro complessivi, va respinta”. Il Comune rinuncia a fare cassa, insomma, preferendo i parcheggi, in una zona, quella di Sa Rodia, vicina a chiesa, scuole e al parco di Viale Repubblica.

D’accordo con la decisione presa dalla maggioranza anche il capogruppo del Pd, Efisio Sanna: “Un palazzo di 13 metri, in quella zona, è decisamente fuori dal contesto circostante”. Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri Peppi Puddu Andrea Riccio e Veronica Cabras, tutti favorevoli alla bocciatura della proposta. Il no, su richiesta del segretario comunale, è stato anche motivato tecnicamente. Cosa faranno ora le imprese costruttrici?

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