Ultimo weekend con Italia Romanica. 25 gioielli da visitare in Sardegna
La Sardegna si appresta a vivere un ultimo straordinario fine settimana all’insegna dell’architettura romanica con la partecipazione di ben 24 tra città e paesi, con 25 chiese aperte da nord a sud dell’isola. Durante i primi due fine settimana, 16 e 17, 23 e 24 settembre, la partecipazione di pubblico è andata ben oltre le aspettative e per il fine settimana di chiusura ci sono grandi prospettive da raggiungere.
Nel calendario di sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre si potranno visitare tante ex cattedrali ed un monastero, edifici le cui pietre raccontano ancora oggi il Medioevo sardo.
Ancora una volta i turisti che hanno scelto l’avvio dell’autunno come meta delle vacanze sarde, troveranno tutte le informazioni utili sull’evento presso la zona arrivi dell’aeroporto Mameli di Cagliari-Elmas dove si trova l’Info Point della Regione Sardegna.
Come nei precedenti weekend, sarà cura di ciascun comune dare vita agli eventi collaterali che porteranno i visitatori a vivere il territorio, e, in certi casi, conoscerlo per la prima volta. I programmi di ciascun comune si possono consultare sul sito www.romanicosardegna.org.
In questa grande avventura di “Italia Romanica”, insieme alla Sardegna, con la capofila Fondazione Sardegna Isola del Romanico, ci sono anche la Sicilia, con le Vie dei Tesori e la Lombardia con la Fondazione Lemine.
Sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre, le visite guidate e gratuite si potranno seguire a Olbia, nella cattedrale di San Simplicio, chiesa molto cara agli olbiesi che celebrano un’importante festa per il patrono in piena primavera. Qui, nel capoluogo gallurese, i ragazzi delle scuole saranno impegnati in prima linea a fare da Cicerone ai visitatori.
Durante la serata di sabato 30 settembre a Olbia, si terrà un concerto gratuito dei Tenores di Neoneli e del duo composto da Orlando Mascia ed Eliseo Mascia, tra i più importanti suonatori di launeddas della Sardegna.
Sant’Antioco di Bisarcio ad Ozieri si apre ai visitatori e agli amanti dell’archeologia: infatti l’ex cattedrale si potrà visitare insieme all’area in cui un tempo sorgeva il Palazzo Vescovile, sito oggetto di uno scavo archeologico in queste settimane. Proprio qui i visitatori potranno cogliere un’occasione imperdibile: le spiegazioni saranno curate dal Professor Marco Milanese, ordinario di Archeologia all’Università degli Studi di Sassari, responsabile dello scavo, e dal suo team di archeologi.
Cargeghe e Florinas apriranno le porte delle rispettive chiese romaniche: Santa Maria di Contra, ai margini dell’abitato e Sant’Antonio di Briave, in aperta campagna.
Oschiri farà il bis e riaprirà ancora una volta la Chiesa della Madonna di Castro, luogo di straordinaria importanza storica, oltre ad essere una perla incastonata nel panorama del lago Coghinas.
“Italia Romanica” toccherà anche i paesi di Cossoine, con Santa Maria de Iscala, una chiesa che si erge in ambito rurale su un promontorio che domina la vallata; a Semestene sarà protagonista un’altra chiesa campestre, è quella di San Nicola di Trullas, nome del vecchio villaggio. La chiesa è una delle ultime rimaste in Sardegna a conservare con cura gli affreschi del 1200.
In questo ultimo fine settimana il nuorese sarà rappresentato da Orotelli dove si potrà fare visita alla chiesa di San Giovanni Battista che si presenta con un campanile decorato e adornato di sculture.
Nel territorio della provincia di Oristano “Italia Romanica” approda a Ghilarza, dove aprirà la chiesa di San Palmerio, al centro del paese del Guilcer, e quella di San Pietro nella frazione di Zuri. Quest’ultima chiesa conserva una storia più unica che rara: durante il ‘900, dopo la costruzione della Diga di Santa Chiara, il piccolo paese di Zuri fu sommerso dalle acque. La chiesa fu smontata, trasportata nel nuovo paese di Zuri e ricostruita. Qui “Italia Romanica” si inserisce nel ricco calendario del Torneo dei Giudicati.
Il paese termale di Fordongianus devoto al santo sardo San Lussorio ospita la chiesa che conserva una interessante cripta. L’edificio religioso si erge a pochi passi dalla zona archeologica. Protagonisti anche Milis e San Vero Milis: il primo comune si presenta con la chiesa di San Paolo che sorge proprio nel centro abitato, costruita in bicromia, tipica delle costruzioni pisane; la seconda apre le porte di Santa Sofia, chiesa rimaneggiata nei secoli ma che ancora conserva il suo fascino romanico.
Le campagne dell’oristanese custodiscono piccoli ma importanti gioielli romanici: è il caso di San Ciriaco a Siamaggiore.
Dall’alto di una collina, a Solarussa si erge la chiesa campestre di San Gregorio Magno, celebrato in autunno dalla comunità: oltre alle visite guidate, il comune ha previsto un convegno dedicato proprio all’edficio di culto. La sera del 1° ottobre si esibiranno i Tenores di Neoneli e del duo Mascia alle launeddas.
Anche nel vicino Bauladu saranno aperte le porte della chiesa dedicata, ancora una volta e a pochi chilometri di distanza dall’altra, a San Gregorio Magno.
Simaxis si presenta con la chiesa che fu prima bizantina poi romanica, edificio che sorge nella frazione di San Vero Congiu e dedicata a San Teodoro di Congiu.
A Oristano, nell’accogliente centro storico, si potranno scoprire i segreti della Chiesa di Santa Chiara, fondato nel 1343, che oggi ospita le Suore Clarisse che risiedono nel monastero adiacente.
Poco più a sud, in Marmilla, a Siddi, si potrà visitare la chiesa di San Michele mentre nella Trexenta tra le protagoniste c’è Dolianova, con l’importante chiesa di San Pantaleo di Dolia.
I più curiosi potranno notare le influenze arabeggianti della chiesa di San Pietro a Villamar: qui è presente una doppia abside. Nel Sulcis sarà Iglesias ad aprire le porte della chiesa di Santa Chiara, mentre a Villa San Pietro, si visiterà la chiesa dedicata al santo che dona il nome al paese. A Pula sarà un’occasione importante per entrare nella chiesa intitolata a Sant’Efisio, martire a cui i sardi sono particolarmente devoti. Proprio qui, nella cripta della chiesa che sorge sulla spiaggia di Nora, secondo la tradizione religiosa, Efisio fu martirizzato. Ogni anno questo edificio di culto accoglie migliaia di fedeli che lo raggiungono in pellegrinaggio durante i primi giorni di maggio, periodo in cui si celebra una lunga processione di quattro giornate in onore al Santo per aver liberato Cagliari dal flagello della peste.
A Villaputzu si potrà visitare la chiesa di San Nicola di Quirra che sorge accanto all’omonimo castello, la sua caratteristica è nei mattoni rossi con cui l’edificio fu interamente costruito.
“Ci apprestiamo a concludere questa grande festa del romanico e della cultura con gli eventi collaterali e musicali” commenta Antonello Figus, presidente della Fondazione Sardegna Isola del Romanico. “L’ultimo fine settimana sarà ancora un’occasione per i tanti turisti che ancora visitano la nostra isola in queste settimane e lo sarà anche per i residenti, invitiamo tutti a poter fruire di un patrimonio così importante e straordinario.”
Il calendario completo:
In Sardegna il 16 e 17 settembre si potranno visitare le chiese di Bonarcado, Bosa, Cabras, Codrongianos, Galtellì, Gesico, Ittireddu, Mogoro, Ollastra, Ottana, Ploaghe, Samassi, Santa Giusta, Santa Maria Coghinas, Silanus, Tramatza, Uri, Usini, Zeddiani, Zerfaliu.
Il 23-24 settembre apriranno le porte delle chiese di Anela, Ardara, Banari, Bulzi, Guasila, Irgoli, Masullas, Oschiri, Porto Torres, Quartu Sant’Elena, Santu Lussurgiu, Sardara, Tergu, Tratalias, Uta, Villamassargia, Villaspeciosa.
L’ultimo fine settimana, il 30 settembre e il 1° ottobre, le protagoniste saranno le chiese romaniche di Bauladu, Cargeghe, Cossoine, Dolianova, Florinas, Fordongianus, Ghilarza, Iglesias, Milis, Olbia, Oristano, Orotelli, Oschiri, Ozieri, Pula, San Vero Milis, Semestene, Siamaggiore, Siddi, Simaxis, Solarussa, Villa San Pietro, Villamar, Villaputzu.
Per scoprire quali saranno le chiese, quali saranno gli eventi collaterali nei singoli comuni, basterà cercare il paese a cui si è interessati su www.romanicosardegna.org.