Cabras, la consigliera Sanna ribatte al Sindaco: “E’ lei che ha trasformato il consiglio in mercato”
Dopo la lettera aperta dei consiglieri di maggioranza, che hanno fatto quadrato intorno al Sindaco Abis, oggi la replica della consigliera Maria Carla Sanna, protagonista dell’ultimo dibattito consiliare. Ecco le sue dichiarazioni:
“Da Sindaco e maggioranza viene affermato che l’intervento del primo cittadino al termine del Consiglio Comunale del 17/12/2020, sia avvenuto per dare risposta anche alle mie richieste. La mia memoria penso sia ancora efficiente e non ricordo di aver avanzato alcuna pretesa di intervento, sia pubblicamente che privatamente. La considerazione sull’operato degli uffici aveva solamente questo significato: avrei fatto accesso agli atti o richieste di informazioni, come avvenuto in passato, valutando le risposte fornite. So bene, come sia necessaria un’interrogazione, per affrontare tali problematiche in Consiglio.
Dopo di che, sono stata tacciata di aver assunto un comportamento non consono alle buone regole di conversazione, non dignitoso e corretto. Sento quindi il dovere di ringraziare gli scriventi per avermi fornito una lezione di bon ton, che proprio mi mancava. Ma ritengo, per mia fortuna, di avere un buon supporto familiare, che mi ha insegnato non solo la buona educazione ma anche il rispetto che si deve a tutti.
La verità, si deve raccontare in modo completo, perché il mio comportamento, come si evince dalla diretta, ha una motivazione che voi avete omesso.
Già a questo punto, stenderei un velo pietoso su chi abbia rispettato o meno le regole, perché è evidente come fossimo ampiamente fuori dal normale e normato svolgimento di un Consiglio Comunale.
Qui c’è stato il mio intervento, in quanto, sentendo che non sarebbe stata concessa la discussione e ascoltando gli inviti del primo cittadino, rivolti al Consigliere Manca, di abbandonare l’aula, chiedevo che venisse concesso il diritto di replica.
Vista la totale chiusura da parte del Sindaco domandavo al segretario comunale di verbalizzare come il primo cittadino negasse il confronto pur compiendo egli stesso un atto irrituale, e rilevavo, inoltre, che la comunicazione del Sig. Camedda, non mi fosse mai pervenuta, pur essendo stata protocollata e indirizzata a tutti i componenti il Consiglio.
Durante i miei interventi, sono stata invitata più volte, ad accomodarmi fuori, poiché disturbavo il suo magistrale discorso. O forse una conferenza stampa?
Solo alla fine, mi veniva chiesto di uscire, se non fossi interessata.
Questa è la realtà dei fatti.
Certo, sono stata costretta a sollevare il mio tono di voce, nella speranza di ottenere un mio diritto, ma tutto è stato vano. Il Sindaco ha continuato imperterrito a bacchettare a piacimento i consiglieri riottosi, sia presenti che assenti, affermando che il Consiglio non è un incontro pubblico. Che sia diventato una setta segreta, dove lui è il padrone incontrastato e la democrazia non esiste più?
Mai in questi anni di mandato mi sono permessa di interrompere, né il sindaco né i consiglieri, ma quando si cerca di sopprimere il diritto di pensiero ed espressione, non posso e mai potrò chinare il capo.
Non si possono citare le dichiarazioni dei consiglieri, demonizzare la stampa, dare consigli su come rapportarci con i giornalisti ed esercitare il nostro mandato, pretendendo che non vi sia un dibattito.
Tutto il regolamento del Consiglio Comunale e di tutti gli organi istituzionali è incentrato sul confronto.
Non ci sono scusanti di sorta per quanto avvenuto, e sappia che le sue scuse non mi interessano e non le ho mai chieste. E se, come Lei ha detto, il Consiglio Comunale non è un mercato, credo che con la sua supponenza l’abbia reso tale.