Coronavirus. L’edilizia riprende. L’Ance centro-nord Sardegna detta alcune condizioni

A seguito della firma dell’ultimo DCPM, il 4 Maggio le imprese edili potranno riaprire tutti i cantieri pubblici e privati, dopo una lunga sospensione che ha coinvolto l’85% dell’intero settore.
Le imprese che riprenderanno in tale data, inoltre, possono svolgere le attività propedeutiche alla riapertura a partire da questa settimana, nella quale potranno già riaprire i cantieri di edilizia scolastica, carceraria, residenziale pubblica e dissesto idrogeologico.
“Molte, tuttavia – fa notare il presidente dell’Ance centro-Nord Sardegna, Silvio Alciator – le criticità che le imprese dovranno affrontare per riprendere la normale attività, in un contesto organizzativo ed economico che richiederà ancora qualche giorno o settimana di assestamento, prima di entrare a regime”.
Le prime riguardano le misure preventive: l’avvio della fase 2 è condizionato all’obbligo di rispettare il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro. Una sorta di supporto operativo che l’Ance sta trasferendo alle imprese del territorio, per garantire massimi livelli di protezione di tutti i soggetti coinvolti.
Le imprese, quindi, si stanno organizzando, anche perché la mancata
attuazione delle misure, eventualmente rilevate dall’Ispettorato del Lavoro, determinerà la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Altra criticità riguarda i maggiori oneri correlati con l’applicazione di tali misure. La ripresa, quindi, sarà necessariamente accompagnata da un confronto con la committenza, la direzione lavori, ed il coordinatore per la sicurezza, per la quantificazione ed il riconoscimento di tutte le spese aggiuntive da doversi sostenere.
“Bene, in questa direzione, la Direttiva dell’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici del 24 marzo – fa notare l’Ance – nella quale richiama l’attenzione delle stazioni appaltanti su tali maggiori oneri e a tenerne in debita considerazione, facendo ricorso alle risorse del quadro economico dell’opera”.

Il presidente Ance centro-nord Sardegna
Silvio Alciator

Altra considerazione riguarda il “contagio come infortunio sul lavoro”, come riportato nel Decreto Legge “Cura Italia”: l’infezione da COVID-19 è considerata alla stregua dell’infortunio sul lavoro. Si tratta di una classificazione assolutamente irragionevole – secondo l’Ance – perché, “sarebbe impossibile, ad oggi, dimostrare il nesso causale tra contagio e ambiente di lavoro, considerata la spiccata contagiosità del virus e le poche certezze scientifiche sui vari veicoli di contagio”.
Per questo motivo, l’ANCE ha chiesto al Ministro del Lavoro e al Presidente dell’INAIL che siano al più presto emanate circolari esplicative in merito, ovvero che la norma intende esclusivamente tutelare i lavoratori senza comportare alcun ulteriore aggravio, in termini di responsabilità penali e civili, in capo ai datori di lavoro, soprattutto in un momento in cui le imprese si trovano ad adottare importanti decisioni per la riapertura dei cantieri.
Una delle maggiori criticità per la ripresa, è quella della liquidità, ossia la disponibilità di quel minimo di carburante per riavviare i cantieri. Al di là delle risorse messe a disposizione dal Governo, una significativa ed immediata iniezione di liquidità potrebbe arrivare dal pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle Amministrazioni, con le quali hanno assunto obbligazioni vincolanti per l’esecuzione di lavori.
“È opportuno – dichiara Alciator – che gli Enti e le Amministrazioni locali seguano l’indirizzo dettato dall’Assessorato regionale ai lavori pubblici, portando a conclusione, con celerità, le procedure in corso per il pagamento dei lavori eseguiti, favorendo anche l’emissione degli stati d’avanzamento, per gli importi maturati al momento della presentazione della domanda, come specificato dall’Assessorato, in deroga alle eventuali previsioni dei limiti di importo previsti dal contratto e/o capitolato di appalto”.
In tal senso, son lodevoli i provvedimenti assunti da talune stazioni appaltanti che hanno già modificato i termini e le condizioni di pagamento dei SAL, anticipando alle imprese quanto dovuto
per i lavori realizzati.
Un aiuto decisivo alla ripresa, infine, non può non tener conto di un coraggioso alleggerimento burocratico delle procedure di spesa per la realizzazione delle opere pubbliche.
L’attuale contesto normativo non è assolutamente al passo con i processi di investimento, poiché troppo complesso e spesso incerto. Il paradosso è che i soldi ci sono, ma non si riesce a spenderli.
“La Fase 2 può essere l’occasione giusta per iniziare questo percorso di semplificazione burocratica – dichiara Alciator – che favorisca non solo la ripresa economica, ma tutti gli investimenti futuri e la spesa in opere pubbliche”.

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