Cuglieri. Messe a dimora le piante nate dall’ulivo millenario danneggiato dai roghi del 2021
È stata una grande giornata di educazione civica e ambientale quella che si è tenuta oggi a Cuglieri, con la messa a dimora di due piante nate dai semi dell’Oleastro millenario di Sa Tanca Manna: gravemente danneggiato, ma per fortuna sopravvissuto, ai roghi del luglio 2021. Con l’iniziativa “Ogni giorno è buono per salvare un albero”, organizzata dall’Associazione Montiferru in collaborazione con l’amministrazione comunale, la sezione sarda della Società Botanica Italiana, l’Istituto comprensivo Santu Lussurgiu – Cuglieri e Legambiente Sardegna, si è posto in evidenza lo straordinario lavoro di salvaguardia portato avanti dai ricercatori del Centro per la Conservazione della Biodiversità (CCB) e della Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR), inquadrati nel Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, che nel 2011 hanno raccolto, poi conservato e moltiplicato i semi del Patriarca di Cuglieri.
Artefice di questo miracolo della scienza è stato Marco Porceddu che, come curatore di BG-SAR, ha conservato a -25°C, risvegliato, fatto germinare e allevato le plantule di oleastro che oggi sono tornate a casa.
A Sa Tanca Manna. Il primo appuntamento della mattinata si è tenuto alle prime luci dell’alba, a pochi metri dall’Oleastro millenario, dove ancora giacciono i mastodontici rami carbonizzati e i giovani polloni rinati dalle radici nell’aprile dello scorso anno, che hanno ridato speranza a un intero territorio. Qui ha riconquistato la terra la prima figlia di quello che era uno dei più antichi alberi monumentali della Sardegna. A scavare la buca e a riposizionare la giovane piantina c’erano i volontari dell’Associazione Montiferru, guidati dal presidente Pier Paolo Arca, il botanico e ordinario dell’Università di Cagliari, Gianluigi Bacchetta, Marco Porceddu, la dirigente dell’Istituto comprensivo di Santu Lussurgiu – Cuglieri, Patrizia Atzori, e altri cittadini.
Nel cortile delle scuole. Qualche ora dopo la seconda tappa con il coinvolgimento dei più piccoli: gli studenti di Cuglieri. Alle 9;30 tutti nel cortile dell’Istituto comprensivo locale dove un gruppo di allieve e allievi hanno messo a dimora un’altra pianta figlia dell’Oleastro millenario. Un’emozione finale che è stata aperta poco prima dai saluti istituzionali e ben augurali della dirigente Atzori, del sindaco di Cuglieri, Andrea Loche, di Pier Paolo Arca, del botanico e presidente del gruppo di lavoro Alberi monumentali, Ignazio Camarda, di Gianluigi Bacchetta, del botanico del CCB, Mauro Fois, e del botanico e presidente della sezione sarda della Società Botanica Italiana, Emanuele Farris.
Associazione Montiferru. “Con l’iniziativa di oggi – ha osservato il presidente Pier Paolo Arca – abbiamo voluto dimostrare che l’uomo, in stretta collaborazione con la natura, non vuole perdere la difficile battaglia contro gli incendi per la rigenerazione del territorio e del paesaggio. Lo abbiamo fatto partendo da due luoghi simbolo: Sa Tanca Manna e le scuole. L’area, cioè, dove la natura ha deciso di accompagnare la crescita dell’Oleastro millenario e gli spazi dove si formano le future generazioni all’attenzione verso l’ambiente e alla condivisione della bellezza che chi è venuto prima di noi ci ha lasciato. L’augurio è che questo genere di appuntamenti sia uno dei tanti semi che possano germogliare in positivo per le nostre comunità. Aver messo assieme tanti soggetti, infatti, dimostra che abbiamo intrapreso la strada giusta e a tutti loro vanno i nostri ringraziamenti. Una menzione speciale meritano tuttavia i bambini e soprattutto gli studiosi del CCB e di BG-SAR che hanno reso possibile questa giornata indimenticabile”, ha concluso Arca.
La scienza. “Per il CCB e per BG-SAR è un grande motivo d’orgoglio l’essere riusciti a moltiplicare i semi dell’Oleastro millenario, fortunatamente raccolti prima del passaggio del rogo e conservati nelle nostre strutture dove, grazie all’abilità dei tecnici (e in particolare di Marco Porceddu, curatore della Banca del Germoplasma della Sardegna), è stato possibile riuscire a moltiplicare e allevare i materiali”. Così Gianluigi Bacchetta, direttore di CCB e BG-SAR, che ha aggiunto: “Noi continuiamo a sostenere la causa del recupero del Montiferru, e a collaborare con l’omonima Associazione in maniera chiaramente volontaristica, con l’unico obiettivo di riuscire a ripristinare e a far ripartire l’economia di quei luoghi che sono stati così tanto devastati. Il sodalizio che ci vede collaborare con l’Associazione Montiferru, la sezione sarda della Società Botanica Italiana e l’Associazione Issla, presieduta da Camarda, ci sta portando a sviluppare un progetto per il censimento e la protezione degli alberi monumentali della Sardegna. Siamo tutti impegnati con un unico scopo a vantaggio della collettività, che ci sentiamo non di rappresentare ma semplicemente di interpretare nei pensieri rivolti alla tutela di questo enorme patrimonio che invece, oggi, è tutt’altro che messo in sicurezza. In Italia esiste un registro nazionale degli alberi monumentali, con oltre 400 alberi della Sardegna (compreso l’Oleastro di Sa Tanca Manna che, nonostante il rogo, rimane nell’elenco perché viene considerato assolutamente vitale).
Ci sono tuttavia tanti alberi monumentali della nostra Isola che non sono inclusi in tale repertorio e per questo ci stiamo battendo affinché vengano inseriti. Manca inoltre una legge quadro regionale sulla biodiversità e, più nello specifico, per la protezione della flora autoctona. L’appuntamento di oggi è servito anche per ricordare che la Sardegna è l’unica Regione d’Italia ancora sprovvista di questo strumento legislativo su cui bisogna intervenire rapidamente per rimetterci al pari con tutto il resto del Paese”, ha concluso Bacchetta.