Denunciati quattro ristoratori oristanesi. Nelle tavole, pesce non tracciato e conservato male

La Polizia di Oristano, su disposizione della Procura, in collaborazione con la Capitaneria di Porto e il Dipartimento igiene e prevenzione sanitaria dell’ASL di Oristano, ha notificato quattro informazioni di garanzia e dato esecuzione a quattro decreti di perquisizione a carico dei titolari di altrettante rinomate attività di ristorazione della Provincia di Oristano.

Secondo le indagini, sarebbero responsabili dei reati di ricettazione e impiego, nell’ambito dell’attività di ristorazione, di alimenti, per lo più ittici, di provenienza illecita, non tracciata e talvolta tenuti in cattivo stato di conservazione. L’attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura, ha avuto origine a seguito dell’arresto in flagranza di reato, effettuato dal personale della Squadra Acque Interne della Polizia di Stato, che aveva sorpreso due soggetti mentre rubavano un ingente quantitativo di cozze e altri prodotti ittici ai danni di alcuni allevamenti presenti nel Golfo di Oristano.

Le successive indagini, oltre all’immediata identificazione e denuncia di altri due complici degli arrestati, consentirono di accertare che il furto di quella notte non era un episodio isolato, ma bensì faceva parte di una ben più ampia e proficua attività criminale che andava avanti da molto tempo, alimentata da un florido mercato nero di rivendita ed utilizzo del prodotto ittico nel campo della ristorazione.

È infatti emerso che gli odierni indagati contattavano con cadenza settimanale i loro rivenditori illegali, organizzando, di volta in volta, le compravendite di ingenti quantità di pesci quali orate, spigole, muggini e mitili (cozze, vongole e cannolicchi), agendo inoltre in spregio alle norme riguardanti la tracciabilità e l’igiene degli alimenti.

Il pesce non tracciato trovato nel banco frigo di un ristorante

Gli stessi alimenti, in alcuni casi già acquistati in cattivo stato di conservazione, venivano poi somministrati agli ignari clienti dei ristoranti, con potenziale rischio per la loro incolumità e salute. L’attenzione per il controllo della filiera alimentare, tenuta elevata dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura, garantisce la tutela oltre che delle risorse ittiche e anche dell’area marina protetta presente nel Golfo di Oristano.Le perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica ed effettuate dalla Polizia di Stato, coadiuvata dalla Capitaneria di Porto e dal personale del Servizio Igiene Alimentare della ASL, hanno poi ulteriormente confermato quanto emerso in sede di indagine, portando al sequestro di ingenti quantitativi di prodotti alimentari per lo più ittici, ma anche carni e salumi, privi di documenti attestanti la provenienza e in un cattivo stato di conservazione o già scaduti, pronti per essere serviti al pubblico.

Perquisizione in uno dei quattro ristoranti

Complessivamente sono stati sottoposti a sequestro penale e amministrativo oltre duecento chilogrammi di prodotti alimentari, centoventi chilogrammi di pesce e ottanta di carne, e oltre alle contestazioni penali per le quali è in corso un procedimento presso la Procura della Repubblica, sono state effettuate anche numerose contestazioni amministrative per l’ammontare di diverse migliaia di euro a carico di ciascun ristoratore la cui attività di somministrazione ora rischia di essere sospesa per diverso tempo.

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