Due poltrone per il day hospital oncologico al San Martino. Regalo de “Le Belle Donne”
L’associazione “Le belle donne” – gruppo di auto aiuto che riunisce donne colpite da tumore al seno – ha donato due poltrone prelievi e un carrello attrezzato al day hospital oncologico dell’ospedale San Martino di Oristano. La consegna dei nuovi arredi, moderni ed ergonomici, è avvenuta nei giorni scorsi, quando una delegazione dell’associazione ha incontrato il direttore Assl Oristano Mariano Meloni, il responsabile dell’Oncologia Tito Sedda e il coordinatore infermieristico Giuseppe Pani per formalizzare la donazione.
«È arrivato il momento di restituire l’amore ricevuto: con questo gesto – ha detto la presidente dell’associazione Maria Cadeddu – vogliamo ringraziare gli operatori sanitari dell’Oncologia del San Martino per tutto ciò che fanno per noi, non solo per la professionalità con cui si prendono cura dei pazienti, ma anche e soprattutto per l’umanità con cui lo fanno: anche un semplice sorriso, in una fase così difficile della vita, è importante per permetterci di affrontare con più serenità la malattia». «Quando siamo entrate in questo reparto per la prima volta – hanno testimoniato alcune associate – ci portavamo addosso un carico di angoscia e preoccupazione enorme, ed invece ci siamo sentite accolte: questa per noi è diventata una seconda famiglia e spesso si sono instaurate delle amicizie con gli operatori sanitari proseguite anche dopo la terapia».
Un ringraziamento, quello agli operatori sanitari dell’Oncologia oltre che all’associazione, a cui è si unito il direttore Meloni, che ha sottolineato come la componente dell’empatia e della relazione con il paziente sia fondamentale in un buon percorso di cura, e come il day hospital oristanese sia in questo senso un’esperienza virtuosa.
La consegna delle poltrone è stata anche l’occasione per discutere di come si sta riorganizzando e si riorganizzerà la sanità sul versante oncologico nella fase 2 dell’emergenza Covid: il dottor Sedda ha evidenziato che la sospensione delle attività non urgenti ha fornito l’occasione per innescare un processo di maggiore dialogo fra i medici di famiglia e quelli ospedalieri ed ha auspicato per il futuro una più stretta collaborazione fra gli uni e gli altri nel follow up dei pazienti (i periodici controlli dopo le cure).