Fondazione Oristano. Via libera al nuovo statuto
“Senza i Gremi non si può fare Sartiglia, a prescindere dalla loro presenza nel consiglio di amministrazione”. È uno dei passaggi fondamentali dell’intervento del Sindaco Massimiliano Sanna nel presentare in consiglio il nuovo statuto della Fondazione Oristano, che di fatto diventa una società in house. La delibera è stata approvata con i 15 voti della maggioranza (più Sergio Locci) e 8 contrari, dopo che il Sindaco ha spiegato perché era necessaria la modifica dello statuto: “L’Anac ha inviato una nota, spiegando che, per continuare a gestire i servizi pubblici museali, nell’organismo dirigente non possono essere presenti soggetti privati”.
La fuoriuscita dei Gremi comporta che il cda sia più snello, formato da 5 elementi, di cui 3 nominati direttamente dal Sindaco, che non sarà più il presidente della Fondazione. Anche la presidenza è nomina diretta del Sindaco.
Nel dibattito, il presidente della commissione Gian Michele Guiso ha ricordato che il voto del parlamentino è stato positivo. Efisio Sanna, invece, ha chiesto che il consiglio possa avere poteri di indirizzo sulla Fondazione Oristano, avendo a disposizione i bilanci dell’organismo “che non abbiamo mai visto e questo fatto ci crea imbarazzo. Così come crea imbarazzo che non sia mai stato istituito il controllo analogo”. Il capogruppo di Oristano Piú ha rilanciato l’idea di creare due organismi, uno che si occupi di cultura e turismo e l’altro di Sartiglia: “Non servono i comitati all’interno della Fondazione, ma serve un comitato scientifico di alto profilo”.
Carla Della Volpe, dello stesso gruppo consiliare, ha bocciato la linea politica che la giunta ha intrapreso: “Cultura a Oristano significa solo Sartiglia? Anch’io ribadisco che questo strumento non ha una visione e servirebbe un comitato scientifico che rilanci il ruolo di Oristano come capoluogo di provincia”.
Gianfranco Porcu del Psd’Az ha difeso la maggioranza “perché oggi non si discute quale sia il modo migliore per gestire il patrimonio culturale cittadino. Oggi dobbiamo modificare lo statuto perché altrimenti dal primo ottobre avremo un buco gestionale che non possiamo permetterci”.
Maria Obinu, capogruppo Pd, ha stigmatizzato i temi del dibattito: “Come nel 2019, si fa leva sull’eventuale perdita dei posti di lavoro dei dipendenti per convincerci a votare a favore. E poi sui tempi, che come al solito sono strettissimi. Son tutte bugie, perché un eventuale voto negativo, oggi, non cambierebbe nulla. Ci saremmo aspettati un coinvolgimento maggiore e non è vero che i dati sono migliorati grazie alla Fondazione. Il museo, per esempio, stacca appena 6000 biglietti all’anno. È una Fondazione nebulosa, l’unica cosa che fa sono gli affidamenti diretti, senza gara d’appalto”.
Anche Francesco Federico (Oristano Democratica e Possibile) ha rimarcato che in tanti anni “i bilanci non sono mai stati resi pubblici. Allo stesso modo non ci sarebbero buchi gestionali e nessun posto di lavoro andrebbe perduto. Semplicemente, la Fondazione dovrebbe partecipare, insieme ad altri soggetti, alla gara d’appalto per la gestione dei servizi museali”. Anche Federico ha concluso l’intervento rimarcando “l’assenza del controllo analogo e il bando, mai fatto, per individuare il direttore”.
Antonio Iatalese, dei Riformatori, ha ha annunciato il voto favorevole, “perché è vero che quello di oggi è un passaggio tecnico. Inoltre ritengo che ci sia un germe positivo nella gestione dei beni culturali da parte della Fondazione. Voglio infine difendere l’opera dei comitati, fatti di persone che prestano la loro professionalità in termini gratuiti. Dobbiamo però far entrare altri soci, come la Regione”. Iatalese ha concluso, auspicando anch’egli di avere a disposizione i bilanci.
Umberto Marcoli (Oristano Più): “Non capisco perché non si possano avere i bilanci. Cosa ci vuole a fare un consuntivo di una Sartiglia che non c’è stata, come nel 2021?”. Anche Marcoli ha evidenziato che il personale non avrebbe problemi. “Dal punto di vista politico, non possiamo che votare negativamente. Ci sono paesi nel circondario che ci fanno barba e capelli in termini di gestione dei beni culturali”.
Sergio Locci: “Il vecchio statuto era un abominio. Oggi la Fondazione è uno strumento ibrido tra un soggetto privato e uno pubblico. Non voglio pensare che sia il luogo dove sistemare i nostri amici, ma dobbiamo volare più alto. Guardiamo anche a cosa fanno gli altri e facciamo modo che diventi strumento per aprirsi al mondo della cultura, non solo per museo e Sartiglia, di cui ci occupiamo solo per due giorni. Per fare tutto questo, servono persone qualificate, anche esterne alla nostra città”.