Gli auguri di Buon Natale di Monsignor Carboni, Vescovo di Oristano

“Proviamo a riflettere su come abbiamo vissuto il Natale in questi ultimi dieci anni. Dove eravamo, con chi, che sentimenti ci animavano e come era la nostra attesa, la fede in Colui che deve venire? Forse ci renderemo conto che siamo cresciuti nel vivere in maniera cristiana lā€™evento dellā€™Incarnazione. Oppure constateremo il progressivo deterioramento nella nostra vita della rilevanza religiosa dellā€™evento, cancellato in modo silenzioso ma perseverante da tutto ciĆ² che circonda il natale ma non ĆØ Natale.

Anche questā€™anno ci viene offerta una nuova possibilitĆ : vivere il Mistero dellā€™Incarnazione del Figlio con stupore, con gratitudine, con sorpresa e lasciandoci conquistare dalla realtĆ  veramente divina di un Dio che a noi si fa prossimo, vicino ai nostri occhi, che sfiora il nostro nulla e lo trasforma in Grazia. Il Natale di questā€™anno, nuova occasione per ritornare allā€™essenziale della nostra fede, ha bisogno anche questa volta di occhi nuovi con cui guardare la storia che stiamo vivendo.

Infatti, siamo invitati a trovare le tracce del passaggio di Dio nella nostra storia, rifiutando la tentazione di chiuderci nel pessimismo. Durante la pandemia pensavamo che niente sarebbe stato piĆ¹ come prima ma poi, la guerra, proprio alle nostre porte, con il suo carico di arroganza e prepotenza, ci ha fatto ricredere. Avvertiamo la fatica di costruire relazioni di pace e sentiamo lā€™angoscia di tante madri, che dallā€™una e dallā€™altra parte, piangono i loro figli.

In questo contesto cosƬ tragico e scuro siamo invitati come credenti a non perdere la fiducia, a essere noi stessi annunciatori del messaggio del Mistero del Natale di GesĆ¹. Infatti, proprio nel contesto di apprensione e confusione che stiamo vivendo, ci viene chiesto, come credenti, di dare maggior fiducia al Dio che opera nella storia. Confidare nel fatto che nonostante le nostre resistenze e il nostro peccato Egli ĆØ capace di fare nuove tutte le cose. Natale significa che Dio ĆØ con noi e che non ci ha abbandonati, non siamo soli. Certo ci chiediamo: puĆ² nascere GesĆ¹ in questo scenario di morte, di guerra, di distruzione? Come potrebbe essere accolto in un clima di odio e di violenza?

Eppure siamo chiamati, oggi piĆ¹ che mai, a non perdere la speranza, a coltivare la misericordia, a cercare la fraternitĆ , a investire il cuore e la mente nella ricerca della pace. Non possiamo piĆ¹ sprecare il Natale chiudendoci in una scatola dorata anzichĆ© adorare il Dio fatto carne per noi. Egli continua a chiedere accoglienza, cura attenzione, aiuto. Proprio lā€™amore per Lui ci spinge a questo compito, soprattutto quello di farci attenti ai poveri, a tutte le povertĆ , non solo quelle economiche. La povertĆ  di chi si sente rifiutato, di chi ĆØ vittima di pregiudizio, di ingiustizia, di dignitĆ  calpestata. PovertĆ  di chi fa fatica a tirare avanti. La crisi economica si ĆØ aggravata. Lo sanno bene i nostri Centri Caritas che accolgono giornalmente tanti che hanno bisogno di alimenti. Eppure, ci rendiamo conto che le risorse della terra sono distribuite in modo iniquo, che ci sono i soprusi dei potenti verso i deboli, che cā€™ĆØ, anche in noi, lā€™indifferenza verso i poveri.

ƈ la presenza di GesĆ¹, del bambino di Betlemme che ci chiede di impegnarci per una vera conversione del nostro cuore e della nostra mente, passando dallā€™indifferenza alla compassione. Non possiamo assistere inerti alla sfiducia dei giovani verso quel futuro che li sta condizionando. Tanti vanno via, perchĆ© non trovano in questa nostra terra motivo per rimanere. Quali auguri, allora, sono necessari e opportuni per questo Natale 2022? Quelli che ci spronano, con lā€™aiuto di Dio e con il contributo di ciascuno, a costruire la strada della fiducia, della convivenza, della pace, della giustizia. Che GesĆ¹, Emmanuele Dio con noi, abiti le nostre case e riaccenda il fuoco dellā€™amore”.

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