Golf a Torregrande. Passo in avanti: pochissime le osservazioni durante la conferenza di servizi
Per gli amanti del golf, la Ivi petrolifera ha messo a segno almeno un bel “birdie”. La conferenza di servizi, passaggio burocratico obbligatorio nella procedura di valutazione di impatto ambientale, ha fatto registrare qualche scaramuccia, ma nulla più. Nella sostanza, le osservazioni sono le stesse presentate nella fase precedente la richiesta di integrazioni fatta dal Savi.
L’assemblea, nella sala gremita dell’Hospitalis Sancti Antoni, si è aperta con l’illustrazione del progetto da parte dell’impresa. Almeno a questo, la conferenza è servita: da oggi tutti conoscono i dettagli dell’insediamento turistico. Non per sentito dire o per aver letto sulla stampa.
Il primo a prendere la parola è stato Paolo Spada, ultimo della dinastia che ha creduto in Torregrande e nel suo sviluppo. Ha ricordato quanto successo fin dal ’93, quando è iniziata l’opera di smantellamento dell’azienda petrolifera, che poi avrebbe trovato casa nella zona Industriale. La cronistoria politica, in realtà, parte dal 1981, quando il Comune di Oristano decide che la zona di Brabau può diventare interessante polo turistico.
Il progetto prende veramente piede nel 2010, con l’accordo di programma siglato dalla Giunta Nonnis. Si parla di alberghi e residenze. Il campo da golf spunta nel 2012 con delibera del commissario prefettizio.
Le 18 buche vengono disegnate dall’architetto americano Richard Bay: è un campo innovativo-spiegano i tecnici della Ivi. Il progetto ottiene tutta una serie di via libera dalle istituzioni e gli investitori, nel 2014, iniziano la bonifica del suolo e delle falde.
L’architetto Aron Murgia spiega in che cosa consiste il complesso alberghiero (che non sembra attirarsi le antipatie delle associazioni ambientaliste): occupa 12 ettari dei 110 totali, innanzitutto. “Incidenza minima, quindi, rispetto all’indice di fabbricabilita” spiega l’architetto. Gli alberghi sono 4 per un totale di 360 posti letto. “Tutti sotto i 7 metri, nascosti dalle piante”. Poi ci sono 34 residenze turistico-stagionali per altri 200 posti letto.
Altro argomento delicato: il cosiddetto piano dei tagli. Saranno disboscati 20 ettari, ma il Comune ha chiesto un piano di rimboschimento compensativo nella stessa Torregrande, dove insiste l’area grandi eventi, e nella frazione di Massama.
Prima delle osservazioni, Spada ha ricordato che il progetto porterebbe 75 posti di lavoro diretti. Senza, cioè, contare l’indotto.
Replica del pubblico, per le osservazioni, affidata agli esponenti del Gruppo di Intervento Giuridico: Antonio Pinna e Luciana Miglior si appellano alle norme urbanistiche che non permettono di edificare e anche di trasformare (quindi il golf) l’ambiente naturale entro i 300 metri dal mare. “Non vogliamo la privatizzazione della nostra pineta-aggiunge la Miglior- 20 ettari di disboscamento equivalgono alla metà di quelli dati in concessione alla Ivi”. Polemiche anche sulla variante al puc che ha dato il via libera al campo a 18 buche. “Fatta da un commissario prefettizio, cosa inaudita”.
La conferenza ha fatto registrare anche interventi favorevoli. Ma la sensazione è che non ce ne fosse bisogno: quel progetto s’ha da fare!