I giocatori della Dinamo al San Martino per uno studio sulle morti improvvise
Prosegue la collaborazione fra la Struttura
Complessa di Cardiologia dell’ospedale San Martino di Oristano, diretta dal dottor Francesco Dettori, e la squadra di basket Dinamo Banco di Sardegna Sassari. Nei giorni scorsi gli atleti turritani sono stati
ospiti del reparto, dove si sono sottoposti a una serie di analisi, test e controlli nellāambito di un protocollo mirato a studiare lāorigine e prevenire le cosiddette morti improvvise fra i giovani.
Da quasi un decennio i “giganti” aderiscono allo studio promosso dal
reparto di Cardiologia, che raccoglie in un database dedicato i dati cardiologici relativi ad atleti professionisti di alto livello,
utilizzati in accordo con lo staff della preparazione atletica della Dinamo sia per predisporre un allenamento ottimizzato e personalizzato per ciascun atleta, sia per studiarne, ad opera deiĀ cardiologi del San
Martino, alcuni aspetti ecografici ed elettrocardiografici che vengono poi riversati sui pazienti in generale, permettendo un affinamento dei
mezzi diagnostici.
Nello specifico, il protocollo prevede la comparazione in maniera continuativa di alcune caratteristiche cardiologiche tipiche degli atleti professionisti con quelle della popolazione giovanile generale.
L’obiettivo ultimo ĆØ quello di rendere piĆ¹ immediata e sicura la diagnosi di malattie cardiache congenite che possono generare aritmie spesso fatali nei giovani in genere e negli atleti in particolare.
Ā«Si tratta di un esempio virtuoso di collaborazione fra una struttura
ospedaliera e una societĆ sportiva, che comporta un reciproco vantaggio fra realtĆ di alto livello, a costo zero, con gli operatori sanitari che prestano la loro opera volontariamente e al di fuori dell’orario di
servizio ā spiega il dottor Dettori ā Quella che portiamo avanti ogni anno, dal 2014, ĆØ unāesperienza davvero proficua, soprattutto se si pensa che a giovarsi dei risultati di questo studio sono stati e saranno in primo luogo i pazienti del San MartinoĀ».