Italia-Romanica. Ultimo fine settimana con nove chiese visitabili nell’oristanese

Prosegue l’affascinante percorso di Italia Romanica, il cui obiettivo principale è la valorizzazione del patrimonio del Romanico lungo la penisola. Il progetto, ideato dalla Fondazione Sardegna Isola del Romanico, ha abbracciato l’interesse di altre associazioni italiane come la Fondazione Lemine in Lombardia, Le Vie dei Tesori in Sicilia, e da questo anno anche LeColline in Piemonte. In tutta Italia sono oltre 100 le chiese che hanno aperto le loro porte ai visitatori, 70 solo in Sardegna. 

L’evento ha avuto un inizio straordinario: oltre al programma diurno di aperture, il 21 e 22 settembre con oltre 700 persone che hanno ammirato cinque chiese sarde alla luce delle candele, un’esperienza unica che ha celebrato l’Equinozio d’Autunno.

Intanto, nell’ultimo fine settimana di Italia Romanica, il 12 e il 13 ottobre, sono previste le ultime interessanti aperture. 

Nell’oristanese.

A Bauladu porte aperte nella Chiesa di San Gregorio Magno, risalente al periodo tra il 1205 e il 1228, rappresenta un’importante testimonianza storica dell’interesse del papato per la Sardegna. Sempre a Bauladu, la Chiesa di San Lorenzo, considerata la più antica del paese, è attribuita, secondo la tradizione, ai monaci Camaldolesi di Santa Maria di Bonarcado, sebbene manchino documenti certi sulla sua fondazione, databile probabilmente tra XII e XIII secolo. 

A Bonarcado, la Basilica di Santa Maria si lega a una leggenda: un cacciatore smarrito nel bosco avrebbe scoperto il santuario, che divenne poi meta di pellegrini. La parola “bonacatu” ancora oggi riflette il significato di “buon ritrovamento” o “buona accoglienza”, sottolineando l’importanza spirituale del luogo.

Complesso basilicale di Bonarcado

Milis offre la possibilità di visite guidate alla Chiesa di San Paolo, famosa per la sua bicromia ottenuta dall’uso di materiali locali, come vulcaniti, basalti e calcari. La costruzione presenta influenze che richiamano la Cattedrale di Santa Giusta e l’area di Arborea, rivelando l’intreccio di diverse maestranze. A Santu Lussurgiu, la Chiesa di San Leonardo di Siete Fuentes, situata presso le “sette fontane”, è una testimonianza millenaria della relazione tra l’uomo e le fonti d’acqua, come documentato nel “Condaghe di San Nicola di Trullas”.

A Zerfaliu, la Chiesa di San Giovanni Battista, con la sua architettura romanica, è caratterizzata da elementi decorativi unici come bacini ceramici.

A Ollastra apre le porte della Chiesa di San Marco per delle interessanti visite guidate, con la possibilità di esplorare una rara cripta preromanica, datata tra il IV e VII secolo d.C., Questo affascinante spazio è uno dei pochi esempi in Sardegna, insieme alla Chiesa di San Lussorio di Fordongianus e San Lucifero di Cagliari.

Nella frazione di Massama, nel comune di Oristano, porte aperte al l’Oratorio delle Anime, situato lungo un’antica via romana, racconta una storia millenaria che risale all’Alto Medioevo, con interventi romanici del XIII secolo.

San Vero Milis invita i visitatori a scoprire la Chiesa di Santa Sofia, con la sua maestosa torre campanaria alta 40 metri, arricchita da elementi barocchi come la cupola “a cipolla” e decorazioni in pietra vulcanica. Restano visibili tracce romaniche nel lato sinistro e nell’abside della chiesa.

A Santa Giusta, si potrà visitare l’imponente basilica dedicata alla santa che, secondo gli studiosi fu martirizzata proprio nella cripta. La basilica di Santa Giusta è uno degli esempi più rilevanti dell’architettura romanica sarda, risale al XII secolo ed è costruita in arenaria proveniente dalle cave del Sinis.

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