L’Associazione Caccia Pesca e Tradizioni contesta il decreto regionale sul calendario venatorio

L’Associazione Caccia Pesca e Tradizioni ha inviato una lettera ufficiale all’Assessora regionale dell’Ambiente, Rosanna Laconi, contestando il recente decreto che modifica il calendario venatorio 2024-2025. Il provvedimento oggetto della critica, approvato in seguito alla sentenza del TAR Sardegna, anticipa la chiusura della caccia al germano reale e alla gallinella d’acqua al 19 gennaio 2025. Tuttavia, secondo l’associazione, la modifica risulta illegittima per la mancata convocazione del Comitato Regionale Faunistico (CRF), organo preposto a deliberare in materia di caccia e fauna.

Nella missiva, firmata dal presidente regionale Marco Efisio Pisanu, l’associazione sottolinea che il TAR, pur avendo censurato il calendario venatorio precedente per carenza di motivazioni scientifiche, non ha imposto misure specifiche, limitandosi a chiedere alla Regione una rivalutazione del punto critico. La decisione dell’assessorato di intervenire autonomamente, senza consultare il CRF, sarebbe pertanto non conforme alle normative vigenti.

Secondo l’articolo 18 della Legge 157/92, infatti, qualunque decisione in materia venatoria deve fondarsi su solide basi tecniche e scientifiche, garantite dal confronto con gli organi competenti. L’associazione evidenzia inoltre che, in assenza di una revoca immediata del decreto, potrebbero verificarsi conseguenze giuridiche rilevanti, con un impatto diretto anche sulle future stagioni venatorie.

“La mancata interlocuzione con il CRF rappresenta un grave precedente – si legge nella lettera – e il decreto, qualora definitivo, potrebbe condizionare i limiti di prelievo per il calendario 2025-2026, esponendo la Regione a ulteriori ricorsi e sospensive”.

La richiesta dell’associazione è chiara: revocare il provvedimento per ripristinare la corretta procedura decisionale e scongiurare un’eventuale impugnazione giudiziaria

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