Lotti venduti a Torregrande. Il Comune: “Secretato il nome per ragioni di privacy”
Uno degli acquirenti dei lotti di Torregrande è rimasto senza nome, nella delibera pubblicata dal Comune di Oristano, per ragioni legate alla privacy. L’annosa vicenda legata all’alienazione di 4 lotti a Torregrande da parte del Comune di Oristano segna dunque un’altra tappa. Stavolta sono gli uffici del settore Patrimonio a rispondere all’interrogazione presentata da cinque consiglieri di minoranza (Federico, Marchi, Della Volpe, Efisio Sanna e Daga), in cui si chiedeva il perché di due delibere distinte, una con i nomi dei 3 acquirenti, mentre nell’altra non si faceva nome al vincitore dell’asta.
“Con i funzionari del servizio si è provveduto ad effettuare un approfondimento, a seguito del quale si è potuto appurare che l’aggiudicazione successiva
ad un’asta pubblica, regolamentata dal Reg. Decreto n. 827 del 1924, non può essere assimilata, per nessun aspetto, all’aggiudicazione derivante dall’esperimento di una gara d’appalto – scrive la dirigente Maria Rimedia Chergia -. Conseguentemente, non sussiste alcun obbligo di pubblicazione dei nominativi degli aggiudicatari di un’asta pubblica di patrimonio immobiliare comunale. Nonostante questo, con gli uffici si è valutato se trattare la pubblicazione come open data, effettuando un bilanciamento tra il principio di trasparenza e quello di tutela della riservatezza dei dati personali, arrivando alla conclusione che, non sussistendo una base giuridica per la pubblicazione dei dati relativi ai soggetti aggiudicatari un’asta per la dismissione del patrimonio pubblico, sia da ritenere prevalente la necessità di scongiurare eventuali rischi connessi a violazione di norme regolamentanti la pubblicazione di dati personali, alle quali conseguono severe sanzioni in materia di privacy”.
Questa la spiegazione fornita dagli uffici, in merito alla seconda determina, quella dove il nome non compare. E perché nella prima invece sono stati pubblicati? “Non si è ritenuto di procedere alla rimozione dei nominativi contenuti nella prima determina in quanto, i dati personali ivi contenuti, non consentivano la facile identificazione delle persone fisiche risultate aggiudicatarie, ma solo della persona giuridica, per la quale non vigono le norme in materia di privacy” – spiega la dirigente Chergia.
“Entrambe le aste di dismissione del patrimonio immobiliare si sono svolte in sedute pubbliche e in presenza di diversi testimoni – conclude la dirigente -. Ma precisiamo che una cosa è la pubblicazione ai fini della trasparenza, altra è il garantire il diritto di accesso agli atti che è e resta, anche in tale materia, lo strumento principale per ottenere informazioni dalla pubblica amministrazione”.
In precedenza, gli stessi consiglieri avevano presentato un’interrogazione per sollevare dubbi sugli acquirenti, che sarebbero stati legati da rapporti di parentela con un assessore comunale. “La legge lo consente” – avevano spiegato anche in quella occasione gli uffici.