Mont’e’ Trigu, dove nascono le bontà: dal grano cappelli a meloni e angurie. Poi i carciofi e presto due novità…

C’è un azienda, in cima alla collina, dove si raccolgono le prelibatezze che il Sinis offre. Quella collina è il Mont’e’ Trigu, a due passi dai Giganti di Mont’e’ Prama: qui, però, gli eroi sono i fratelli Manunza, Massimo (noto come Max) e Salvatore: “Il nostro orgoglio è produrre grano per una pasta di qualità, che racchiuda le caratteristiche delle essenze tipiche mediterranee”.

Max Manunza, responsabile commerciale dell’azienda

Il biglietto da visita dell’azienda è proprio la pasta, produzione che sta crescendo di anno in anno. Sono ben 13 le referenze presenti sul mercato, tra le quali lisingias, malloreddus, cocciua e la tipica fregua. Bontà uniche, che nascondono diversi segreti: il calore del sole che matura le spighe, la salsedine del vento e delle minuscole gocce del mare. La pasta è una miscela di grano duro, ottenuta mediante molitura e trafilatura al bronzo. “La coltiviamo da oltre un secolo, affonda le radici nella tradizione e nella storia della famiglia Manunza” racconta Max, responsabile commerciale dell’azienda.

I tipici malloreddus Mont’e’ Trigu

Ma i prodotti che nascono nel Sinis non si fermano alla pasta: in questo periodo, i terreni a due passi da Mari Ermi, sfornano angurie e meloni a volontà. Entrambi hanno il loro bollino disintivo: l’anguria esce sul mercato col marchio Coccomerillo.

Striata e dolce, quest’anno è già terminata: “Parte della produzione è andata persa per colpa delle cornacchie – fa sapere Max Manunza -. Fortunatamente ne è rimasta di ottima qualità ed è andata a ruba”. Sul mercato, invece, si trova ancora il melone “Prameri”, varietà unica nel Sinis, che ugualmente sta riscontrando ottimi giudizi nei palati della clientela.

Un’azienda che cresce, insomma, quella di Max e Salvatore Manunza. E che non si ferma. In primavera, i due fratelli hanno messo a dimora migliaia di carciofi per la prossima stagione. Ma l’inverno porterà con se’ anche due grandi novità, a sancire quella diversificazione fondamentale per le aziende agricole che mirano a nuovi traguardi. “Produrremo la farina macinata a pietra da grano cappelli – racconta Max -. Anche questa nel solco della tradizione, ma sopratutto della qualità”.

Il pregiato grano Capelli

Le colline del Sinis, poi, profumano di elicriso, dal quale nasceranno gli oli essenziali. Anche questi avranno un marchio tutto loro, che sta per essere confezionato. Ulteriore tassello di un mosaico che sta prendendo forma e che è sempre più bello

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