Oristano. Che fine hanno fatto gli orti urbani?

Da Antonio Pinna, ex dirigente scolastico, rileviamo e pubblichiamo una lettera aperta al Comune sul tema degli orti urbani:

I terreni comunali, gestiti e coltivati con metodi biologici da famiglie, anziani e associazioni cittadine con una concessione di tre anni nel quartiere di Torangius, a seguito di un bando pubblico, conoscono un momento critico.
Dopo lo stato inservibile dell’impianto per i disabili posto all’ingresso dello spazio pubblico costruiti in legno insieme alle pedane appena tre anni fa, faccio notare che ĆØ ampiamente scaduto il termine di concessione dei lotti, visto che il triennio ĆØ iniziato a fine marzo 2018.
E’ comprensibile che le difficoltĆ  legate alla pandemia abbiano impedito l’emanazione del nuovo bando ed il rinnovo delle concessioni dei cittadini che intendono proseguire questa attivitĆ  di rigenerazione sociale e urbana.
Ora perĆ², considerato che numerosi lotti sono incolti perchĆØ di fatto abbandonati dai vecchi concessionari, ĆØ arrivato il tempo di procedere alle nuove concessioni dei terreni in base alle regolari domande e posizione nella graduatoria dei cittadini interessati.

Terreni incolti dove c’erano gli orti urbani


Propongo di inserire nella graduatoria una quota di ammessi con riserva che possano subentrare ai concessionari che abbandonino la coltivazione dei lotti e che questa verifica venga fatta con cadenza annuale.
Tutto ciĆ² per evitare di vedere terreni incolti per due anni e piĆ¹ come ĆØ successo nel triennio precedente.
Suggerisco di inserire nelle categorie di concessionari altri due gruppi: “giovani dai 18 ai 35 anni” e “coppie giovani, anche di fatto, con un componente dai 18 ai 35 anni”
Ci si lamenta della scarsa propensione di molti giovani al “ritorno alla terra”. Bene, invece di manifestare una sfiducia pregiudiziale e totale, forse ĆØ opportuno procedere in una sensibilizzazione diffusa per far si che nel tempo il tema di questa opportunitĆ  di rigenerazione sociale ed urbana diventi un impegno per il futuro sostenibile nella nostra cittĆ .
Le scuole superiori, il Centro Giovani e gli altri centri di aggregazione giovanile, come gli scout, i gruppi parrocchiali ad’esempio, potrebbe essere coinvolti nell’impegno delle associazioni di volontariato giĆ  partner del progetto.

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