Oristano. Incontro-dibattito sulla transizione energetica

“l mio corpo è quello che ho sotto gli occhi. Il secondo è I’umanità (…). È una intuizione potente di quasi tutti i popoli, quella secondo cui l’umanitàè una famiglia, costituisce un solo corpo, e quel corpo è vivo. Il nostro terzo corpo è la terra, la natura. Noi siamo la terra, non ci limitiamo a viverci sopra a nostro uso e consumo. Dobbiamo quindi trattare la natura come facciamo con il nostro corpo: senza dominarla né farcene dominare”.
Cosi scriveva Raimon Panikkar, presbitero, teologo, filosofo e scrittore, nel libro Ecosofia. La saggezza della terra.
L’associazione culturale Liberanimos ispirandosi al pensiero di Panikkar, improntato al rispetto della natura, che non deve essere a uso e consumo di nessuno, ritiene che, “sfruttando la transizione energetica dalle fonti fossili tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) a quelle rinnovabili (sole, vento), stiano avanzando le peggiori iniziative di speculazione energetica, tanto da rappresentare per la Sardegna una nuova forma di colonialismo”.


La speculazione eolica e fotovoltaica sarà al centro della conferenza-dibattito dal titolo “Un’isola da salvare – Resistere alla nuova colonizzazione energetica”, in programma per sabato 24 agosto, ore 10, nell’Auditorium San Domenico, via A. La Marmora 1 ad Oristano. L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Oristano.
Dopo i saluti di Massimiliano Sanna, Sindaco di Oristano, Sandro Arcais, presidente dell’associazione Liberanimos introdurrà e coordinerà gli interventi di: Michele Zuddas, avvocato; Maria Antonietta Pirrigheddu, Coordinamento Gallura; Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru (in collegamento video); Gian Valerio Sanna, ex assessore regionale all’Urbanistica.


“Per noi di Liberanimos l’assalto eolico e fotovoltaico, da parte dei nuovi palazzinari dell’energia, complice la politica isolana, rappresenta un vero e proprio sfregio ai danni dell’ambiente e della sua biodiversità, del paesaggio, dei lavori tradizionali, quali: I’agricoltura e la pastorizia. A rischio sono il millenario patrimonio archeologico e la stessa identità storico culturale dei sardi.
Un gravissimo pericolo incombe, quindi, su gran parte del paesaggio sardo, esso ha il sapore della devastazione di ettari e ettari di territorio: una speculazione dipinta di “green”!” – dichiara il presidente Sandro Arcais.

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