Oristano. Le iniziative natalizie del Santa Maria Bambina
“È bene prendersi cura integralmente della persona”, afferma Papa Francesco, non perdendo mai di vista “l’anima, la mente e il corpo”. Queste parole, radicate nelle azioni di ogni dipendente del Centro di Riabilitazione Santa Maria Bambina che quotidianamente si adopera per la persona, sono state la guida per l’organizzazione delle iniziative natalizie dell’Istituto.
Già da novembre i ricoverati sono stati coinvolti nei laboratori dedicati alla realizzazione delle decorazioni delle singole camere e della sala di accoglienza, facilitando le interazioni personali e la socializzazione, e permettendo al gruppo, di raggiungere assieme obiettivi specifici e comuni.
La sala di accoglienza arricchita dal Presepe, dall’Albero e da altri ornamenti, ha ospitato sabato 17 il Concerto di Natale del Circolo MCL “La Stanza dei Suoni”, ensemble strumentale “I musicanti”, diretti magistralmente da Daniela Pinna. I ricoverati hanno potuto così assaporare l’aria di festa, ricevere e donare emozioni e auguri, come in un evento nella piazza del proprio paese.
Martedi 20 è iniziata la preparazione per il torneo natalizio di Calcio balilla, con un modello con mobile strutturato (più basso e più largo) per permettere a giocatori in carrozzina di praticare lo sport comodamente. Il 24 verranno proclamati i vincitori, e nei corridoi si respira l’attesa, la sfida, la voglia di riuscire e la gioia di condividere. Seguendo la Mission della Fondazione, lunedi 19 è stata celebrata la Santa Messa, presieduta da Don Ignazio Pau e concelebrata dal Presidente del Centro Mons. Gianfranco Murru, che ha tenuto l’omelia e ringraziato per il lavoro encomiabile e generoso svolto da tutti gli operatori del Centro. Un brindisi augurale ha concluso l’incontro.
Il Papa ha messo in evidenza che bisogna “scendere in campo” non individualmente, ma insieme. Bisogna, in altre parole, “fare squadra”. E’ il team del Santa Maria Bambina composto da professionisti medici, fisioterapisti, terapisti occupazionali, educatori, logopedisti, neuropsicologi, psicologi, musico terapisti, infermieri, operatori socio sanitari ma anche dalla persona assistita e dai suoi familiari, che assieme cerca di integrare l’ambiente ospedaliero con il territorio e la realtà della comunità in cui si dovrà tornare, favorendo la partecipazione nel ruolo desiderato.