Processo Ippocrate. L’accusa e la Gdf: “Ecco come era stato truccato il concorso per infermieri”

Nuova tappa del processo Ippocrate, sui concorsi truccati nella Asl di Oristano. Udienza incentrata sul concorso per operatore socio sanitario, ancora con la testimonianza del luogotenente della finanza, Alessandro Enna. Tra le tante anomalie evidenziate, una premessa: il concorso fu bandito dall’allora commissario Panichi, nel 2010. Maria Giovanna Porcu, commissaria protempore e iscritta nel registro degli indagati, aveva riaperto i termini nel 2016, nonostante i posti a disposizione fossero 10 e gli iscritti nel 2010 erano ben 900. “Guarda caso – ha dichiarato Enna -, i vincitori poi furono quasi tutti tra quelli iscritti nel 2016. Per esempio, la ragazza e l’ex ragazza di Salvatore Manai, uno dei 3 commissari del concorso, e Andrea Dore, ex vicesindaco di Flussio iscritto al Partito dei Sardi”.

Il Pm Marco De Crescenzo ha poi rivolto domande sulla commissione del concorso, presieduta da Giovanni Piras, direttore del servizio professioni sanitarie e quindi presidente di diritto. C’era anche Salvatore Manai, nominato dalla commissione collegiale il 21 ottobre 2016. Secondo l’accusa, Manai, avendo un incarico politico come segretario di Oristano del Partito dei Sardi, sarebbe stato incompatibile. Il ruolo politico emergerebbe, secondo quanto detto da Enna, dalle intercettazioni tra il consigliere regionale Augusto Cherchi e lo stesso Manai.

Per quanto riguarda il concorso, sono stati forniti i dettagli della prova preselettiva, tenuta a Mogoro: un test con 30 quiz a risposta multipla. 1400 i concorrenti, per 150 posti disponibili. Appena cinque giorni prima del concorso, in programma il 7 Dicembre, erano stati resi disponibili nel sito della Asl 1541 quiz, predisposti dai tre commissari. Il giorno del concorso, la commissione consegno’ alla Sgt (esecutrice materiale del concorso), una chiavetta con 156 domande, distribuite in 5 buste da 30 domande, più 6 di riserva. “Da una successiva perquisizione a casa di Salvatore Manai, ne avevamo trovato copia cartacea” – ha reso noto Alessandro Enna.

Ma la vera chicca del concorso riguarda le 1541 domande rese disponibili pubblicamente: “Un terzo era scritto con carattere minuscolo – ha dichiarato il luogotenente della Finanza-. E le 156 del concorso provenivano tutte da quelle minuscole”. Evidentemente, ĆØ stato ritenuto dagli inquirenti un segno distintivo per coloro che sono stati agevolati nel concorso.

Le domande del pm De Crescenzo si sono poi incentrate su un’intercettazione telefonica, successiva al concorso, tra Liliana Marteddu e Salvatore Manai, allora fidanzati. Marteddu accusava Manai di aver agevolato non solo lei: “Quando vincerai il concorso senza di me, ne riparleremo” – diceva al telefono Manai. “Anche Emanuela Oggianu lo deve a te” – rispondeva Liliana Marteddu, evidentemente irritata per non essere stata l’unica ad avere fruito dei “favori”.

Durante l’udienza, il pubblico ministero ha poi chiesto al test lumi su quanto successo la mattina del 17 Maggio 2017, quando la Finanza chiamo’ Stefano Angotzi, sindacalista e segretario del Montiferru del Pds, per sommarie informazioni: ” Durante il colloquio, lo chiamava ripetutamente al telefono l’avvocato Marco Pinna di Cabras. Nel pomeriggio poi, alle 18e02, il fratello di Marco Pinna, Enrico, ha chiamato con toni preoccupati Salvatore Manai: “Aspettami che ho litigato con Eva (fidanzata, 11esima classificata nel concorso). Vengo a prenderti, che ĆØ successo un casino”. Dopo 28 minuti, alle 18e30, i finanzieri intercettano una telefonata tra Augusto Cherchi e Salvatore Manai: “Ho urgenza di parlarti e da soli” dice Manai. Subito dopo, Salvatore Manai chiama anche la fidanzata, Liliana Marteddu: “Più tardi ci vediamo 5 minuti”. “Per venire a Sassari, vuol dire che ĆØ successa roba” – risponde lei. E lui la rimprovera: “Liliana per telefono no”. “Ma sei preoccupato? Ho giĆ  capito che non rientro in quella cosa” – chiude lei.

L’udienza ĆØ poi proseguita con le domande degli avvocati della difesa, Aldo Luchi, Antonello Spada e Serra. Tutti hanno cercato di smontare l’accusa sul ruolo politico degli indagati all’interno del Partito dei Sardi. “Non ci sono atti ufficiali che dimostrino incarichi emersi da congressi” – dicono gli avvocati, riferendosi a Manai e Piras. Il luogotenente Enna ha risposto, affermando di non aver mai chiesto riscontro al partito, ma di aver appreso degli incarichi da intercettazioni telefoniche e da presunte liste trovate a casa del consigliere regionale Augusto Cherchi.

Il processo ā€œIppocrateā€ vuole evidenziare eventuali anomalie in due concorsi pubblici, finalizzate alla presunta assunzione pilotata di medici e infermieri attraverso le agenzie interinali. Gli indagati sono diversi: l’ex Sindaco di Macomer Antonio Succu e l’ex direttore generale della Asl, Mariano Meloni. Insieme a loro, l’allora consigliere regionale del partito dei sardi e primario del reparto di Anestesia, Augusto Cherchi, alcuni dipendenti che avevano ruoli apicali nei concorsi in oggetto, come il coordinatore infermieristico Salvatore Manai e i direttori dell’ufficio SPS, che ha competenze sulle assunzioni del personale, Angelo Piras e Gianni Piras. Infine, i responsabili delle agenzie interinali, La Tempor Spa di Nicola Contadini e la E-Work di Agnese Canalis.

Condividi questa notizia: