Scavi archeologici. Nuovi ritrovamenti nel sito di Tharros
La campagna di scavo in corso sull’area archeologica di Tharros ha svelato nuovi importanti ritrovamenti.
“Tharros è un sito che si estende su un’area molto vasta, che riserverà per lungo tempo nuove sorprese. La Fondazione Mont’e Prama, a cui l’atto costitutivo assegna il compito della gestione e della valorizzazione dell’intero sistema Sinis, sta programmando importanti interventi per garantire la messa in sicurezza e il rinnovo della fruibilità del percorso attorno agli scavi di Tharros” ha dichiarato il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni.
“L’Amministrazione, in stretta collaborazione con la Fondazione, intende perseguire appieno le finalità di promozione territoriale attraverso un piano strategico di sviluppo turistico culturale – afferma il sindaco di Cabras Andrea Abis -. Attraverso la prosecuzione degli scavi e le novità apportate, si aggiungono ulteriori elementi al già importante patrimonio presente nell’area dei siti archeologici, a completo beneficio dell’intera provincia”.
Il commento del presidente designato del comitato scientifico Alberto Moravetti:
“La nuova archeologia urbana batte tutte le strade della conoscenza, prendendo in considerazione gli aspetti negletti dalle fonti antiche.
Le attività artigianali sono fondamentali nello sviluppo della città essendo collegate alla produzione degli strumenti della vita quotidiana, degli oggetti votivi, di quelli artistici, ma anche alla produzione dei contenitori di beni (derrate e altro) destinati all’esportazione. Nel 2018 l’Università Sapienza di Roma ha pubblicato un ampio volume sulle Officine ceramiche e attività produttive tra VIII e III sec. a. C. nell’Italia tirrenica, frutto di un convegno della British School of Archaeology di Roma.
Viene ora ad illustrare la stessa problematica la nuova campagna di ricerca archeologica a Tharros dell’Università di Bologna, diretta dalla professoressa Anna Chiara Fariselli, nuova ordinaria di archeologia fenicia e punica dell’Alma Mater Studiorum e veterana della ricerca Tharrense, prima come membro della Missione archeologica Tharrense di Enrico Acquaro, poi in autonomia.
Il gruppo di Bologna e di Cagliari – con Carla Del Vais – hanno lungamente scavato nella necropoli meridionale fenicia e cartaginese di Tharros. Successivamente Anna Chiara Fariselli ha inteso sviluppare un importante programma di ricerca nell’istmo di Sa Cordiola che introduce all’area funeraria. La programmazione della strategia della ricerca è avvenuta in funzione delle produttive indagini geofisiche con georadar e magnetometro, che hanno consentito l’acquisizione di anomalie che sono risultate pertinenti a fornaci puniche di un complesso artigianale.
A Tharros era già nota (ricerche Soprintendenza archeologica 1981) un’area produttiva con fornaci nella zona a ridosso della necropoli settentrionale. Una seconda area artigianale è stata supposta da Enrico Acquaro sul colle di Murru Mannu (revocata in dubbio dagli scavi dell’Università di Sassari dell’anfiteatro di età’ medio imperiale, che hanno mostrato che i sicuri elementi derivati da un’area artigianale erano parte di un monumentale riempimento riseravato alla creazione dello spazio destinato all’arena e alla cavea dello stesso anfiteatro).
La topografia del quartiere artigianale di Sa Cordiola apre nuove prospettive ad una ricerca integrale dei settori produttivi delle città puniche.
La localizzazione, come notato dalla Fariselli, è legata alla necessità per le fornaci di disporre di una robusta ventilazione (qui i venti del IV quadrante) che assicuri il raggiungimento del gradiente termico per la cottura delle ceramiche.
Le future indagini archeometriche serviranno a chiarire la pertinenza delle fornaci alla produzione anche di anfore destinate alla esportazione, contribuendo alla identificazione delle anfore tharrensi delle tipologie di Joan Ramón ed alla loro diffusione mediterranea in centri punici ed extra punici.
Attendiamo con profondo interesse l’edizione preliminare di queste indagini ed auspichiamo che possa essere organizzato un convegno, come quello della British School del 2016, dedicato ai centri etruschi, aperto alle ricerche sui centri produttivi della Sardegna, della Sicilia, dell’area Cartaginese, da Cartagine a Neapolis (Nabeul).
La Fondazione Mont’e Prama, nel quadro della sua missione, si propone come organizzatore di un tale convegno con il MiC, la Regione sarda, il comune di Cabras e le Università italiane ed estere”.