Valorizzazione del presepe tradizionale. Coldiretti e Confartigianato insieme

L’iniziativa simbolica si concretizzerà, in tutte le località sede di Diocesi, con la consegna ai Vescovi di tutta Italia di una statuina, la statuina dell’anno, che mette in evidenza i mestieri che aggiornano e attualizzano i personaggi del Presepe.

Quest’anno si è deciso di rendere omaggio agli operatori sanitari con la raffigurazione di un’infermiera, realizzata in esclusiva per l’occasione, dalla prestigiosa bottega d’arte presepiale napoletana ‘La Scarabattola’ dei Fratelli Scuotto. Con questo gesto, Confartigianato e Coldiretti vogliono onorare tutti gli eroi della quotidianità che si impegnano per gli altri in questi mesi così difficili.

Per le associazioni dell’Artigianato e dell’Agricoltura, la professione infermieristica è in questo terribile periodo, il simbolo dell’impegno e del sacrificio di tutto il mondo della sanità per la cura delle persone colpite dalla malattia pandemica. I nostri sanitari meritano pertanto un posto tra i personaggi che storicamente animano e rendono vivo il presepe insieme ai mestieri più tradizionali e rappresentativi del mondo produttivo e sociale, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco che nei giorni scorsi ha ringraziato chi si adopera per gli altri nella cura del Prossimo, paragonandoli a San Giuseppe: l’uomo che passa inosservato.

Il Presidente di Confartigianato Oristano, Sandro Paderi ha spiegato così il significato e i dettagli dell’iniziativa: “Artigianato significa impresa che fa comunità, e lo abbiamo dimostrato anche in questa terribile circostanza della pandemia. Con il nostro lavoro abbiamo garantito prodotti e servizi indispensabili alle persone, ma abbiamo anche contribuito ad offrire sostegno alla collettività mediante l’intervento diretto delle nostre aziende per la realizzazione di presidi e l’allestimento di interi reparti Covid-19 di terapia intensiva nelle zone più colpite. Sono stati innumerevoli, in tutto il territorio nazionale, gli esempi di solidarietà spontanea, da parte di singole imprese artigiane o attraverso le associazioni: dalla consegna dei DPI alla distribuzione di generi di prima necessità, in discrezione e anonimato.

In un anno così difficile per le nostre comunità e per i nostri imprenditori – ha aggiunto il Presidente di Coldiretti Oristano, Giovanni Murru – abbiamo voluto mettere al centro del Presepe i valori della solidarietà e della generosità da sempre propri del mondo agricolo e oggi testimoniati da tutti coloro che si battono per salvare la vita delle persone. Al pari dei pastori e delle loro greggi che immancabilmente sono protagonisti della Natività, le immagini che raffigurano l’operatrice sanitaria, sono il simbolo di questi valori e la modernità del Presepe viene proprio dal suo legame con la vita di tutti i giorni che per gli agricoltori e gli allevatori vuole dire conservazione dei territori, della biodiversità e delle comunità rurali. Le statuine, realizzate in esclusiva dalla bottega d’arte presepiale ‘La Scarabattola’ di Napoli ad opera dei Fratelli Scuotto, sono una eccellenza manifatturiera unico e irripetibile esempio della creatività dell’artigianato italianoColdiretti con Confartigianato, tramite le proprie Associazioni territoriali, le dona alle Diocesi italiane in segno di riconoscenza verso tutti gli eroi del nostro tempo che lottano per sconfiggere la pandemia e a testimonianza del coraggio e dell’impegno concreto di oltre 4 milioni di artigiani e imprenditori agricoli per costruire la rinascita del tessuto produttivo del nostro Paese”.

Al Presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci e a Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del sacro Convento di Assisi è affidato il messaggio di speranza e spiritualità trasmesso da chi esortato del prendersi cura degli altri vuole elevarsi come uomo e cristiano aiuta il prossimo nella cura di chi soffre nel corpo e nello spirito. Ecco perché abbiamo posto una statua di un’infermiera nel presepe antistante la Basilica Superiore di San Francesco, simile a quelle che giungeranno in tutta Italia. Il colore del suo vestito, la speranza, ci ricorda anche quello che è stato un avvenimento corale del Manifesto di Assisi, che ha ricordato, a noi promotori e a chi lo ha sottoscritto e a chi lo guarda con attenzione, la necessità di percorrere la strada dell’insieme, perché nessuno si salva da solo”.

La statuina è stata consegnata oggi pomeriggio, in una semplice cerimonia rispettosa delle norme di prevenzione dei contagi, nelle mani del Delegato del Vescovo Don Antonello Serra – Parroco della Cattedrale di Santa Maria – e verrà custodita per l’esposizione in uno dei tanti bellissimi Presepi diffusi in tutta la diocesi.

Confartigianato, Coldiretti e Symbola hanno anche presentato i risultati di un’indagine curata da Ipsos sulla percezione del Presepe. Emerge che quest’anno il 40% degli italiani ha deciso di fare il presepe per non rinunciare a una tradizione che considerano importante e che simboleggia per tutti i cristiani la presenza di Dio nella vita di tutti i giorni. Questo 40% sale al 48% tra le persone più anziane e al 49% nel Mezzogiorno dove è praticamente presente in una casa su due.

Ma che il Presepe abbia ancora un peso forte nella percezione degli italiani lo dimostra il fatto che oltre 6 italiani su 10 (61%) lo considera importante per la famiglia e in maniera ancora più marcata (64%) per la comunità. Il Mezzogiorno conferma un maggiore attaccamento a questa usanza natalizia, con percentuali che raggiungono il 70% di italiani che lo considerano importante a livello famigliare ma valori più alti della media nazionale sono registrati anche nel nord est.

Il Presepe – spiegano Confartigianato, Coldiretti e Symbola – è una tradizione molto italiana, la cui origine viene fatta risalire a quello realizzato da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio e che da allora si è sviluppato in tutte le aree del Paese per raccontare la devozione, ma anche la sofferenza, la gioia e l’impegno nel lavoro e in famiglia attraverso personaggi figli dell’ispirazione religiosa ma anche della modernità. Una tradizione favorita quest’anno dal maggior tempo trascorso a casa a causa delle limitazioni rese necessarie per combattere la pandemia che in molte famiglie ha riunito genitori e figli proprio nell’allestimento di presepi ed alberi di Natale. Una esperienza sostenuta dal Santo Padre che in Piazza San Pietro ha ricordato che proprio “in questi giorni anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi per la gioia dei bambini e anche dei grandi. Sono segni di speranza specialmente in questo tempo difficile

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